Cultura

La cosmopolita Palmira nell’era del Califfo

La cosmopolita Palmira nell’era del Califfo

Intervista Maurice Sartre, professore emerito all'Università di Tour e direttore della rivista «Syria», prova a spiegare perché l'Isis abbia preso di mira questa antica città e le sue vestigia. «Rappresentava il mélange fra le civiltà e la tolleranza»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 giugno 2015
«Palmira è, senza dubbio, uno dei siti più famosi al mondo al pari di Giza, Luxor o Machu Picchu. La minaccia di distruzione che incombe sulle sue rovine ha sconvolto quanti, in passato, hanno avuto la fortuna di visitarla. Ma, a esser turbate, sono anche le migliaia di persone che non vogliono rinunciare al sogno di poterla contemplare un giorno con i propri occhi. Bisogna poi rilevare che mentre l’opinione pubblica attribuisce le violenze sul patrimonio archeologico all’iconoclastia retrograda di Daesh (è l’acronimo arabo di Isis, ndr), quelle subite da città come Aleppo sono considerate un danno collaterale della guerra...

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