Internazionale
La costellazione dell’estremismo hindu
Speciale in Asia La fondazione della Repubblica indiana, nel 1947, pur col travaglio della partizione col Pakistan voleva almeno formalmente dare vita a uno stato-continente di stampo laico e socialista, dove la miriade di minoranze etniche e religiose avrebbe potuto convivere e prosperare nel reciproco rispetto delle proprie «sensibilità»
– Illustrazione di Tsherian Snerpa
Speciale in Asia La fondazione della Repubblica indiana, nel 1947, pur col travaglio della partizione col Pakistan voleva almeno formalmente dare vita a uno stato-continente di stampo laico e socialista, dove la miriade di minoranze etniche e religiose avrebbe potuto convivere e prosperare nel reciproco rispetto delle proprie «sensibilità»
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 28 settembre 2016
Nell’India contemporanea, tra i giovani e soprattutto in rete, li chiamano in gergo «bhakts», «sanghi», «hindu trolls». Ma fuori, nella vita analogica di 1,3 miliardi di indiani, le gesta e le influenze di milioni di ultrainduisti organizzati giocano un ruolo sempre più pericolosamente preponderante nelle quotidianità del subcontinente. La costellazione dell’estremismo hindu è di difficile misurazione scientifica e in continua espansione. Assume sembianze mutevoli di stato in stato, appoggiandosi su un’ideologia non nuova eppure assolutamente attuale. L’Hindutva, il suprematismo hindu, fu teorizzata nei primi anni ‘20 del secolo scorso da V.D. Savarkar, politico protagonista del movimento indipendentista indiano «da destra»...