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La deriva progressiva delle Regioni parallela a quella dei partiti

La deriva progressiva delle Regioni parallela a quella dei partitiGiornalino della domenica.

Poteri La degenerazione galoppa con l’elezione diretta del presidente, un sovrano assoluto, l’emarginazione del Consiglio regionale e il controllo di legalità alla magistratura

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 25 novembre 2020
Il dibattito in corso su questo giornale sul fallimento delle Regioni, condotto da F. Barbera, A. D’Orsi, L. Ronchetti, B. Sangineto merita di essere ripreso. È il caso di ricordare che le istituzioni non si inventano a tavolino, ma rappresentano forme di regolazione degli interessi collettivi sorgenti da bisogni locali, morfologie del territorio, culture diffuse, tradizioni storiche. E qui torna in mente Carlo Cattaneo, che nel suo La città considerata come principio ideale delle istorie italiane notava come nessun abitante di Bergamo o di Lodi si definisse lombardo, identificandosi quale abitante di quella regione, ma come bergamasco e lodigiano. A...

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