Internazionale
La difesa di Corbyn e Chomsky «Assange non va estradato»
La trappola Clinton all’attacco Trump invece sostiene di non avere «un’opinione in merito». Per il fondatore di WikiLeaks potrebbe riaprirsi anche il processo per stupro in Svezia
L’editor in chief di WikiLeaks Kristinn Hrafnsson (a destra) e l’avvocata Jennifer Robinson alla Westminster Magistrates Court di Londra – Afp
La trappola Clinton all’attacco Trump invece sostiene di non avere «un’opinione in merito». Per il fondatore di WikiLeaks potrebbe riaprirsi anche il processo per stupro in Svezia
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 13 aprile 2019
Marina CatucciNEW YORK
Dopo 7 anni per la prima volta Julian Assange si è svegliato in un luogo diverso dall’ambasciata ecuadoriana a Londra, dopo il drammatico arresto di giovedì la cui eco è lungi dall’essere spenta; Assange ha promesso di combattere l’estradizione negli Usa, il che significa che la vicenda è tutt’altro che conclusa. Si apre però un nuovo capitolo, e una battaglia legale lunga e penosa attende il fondatore di WikiLeaks. Se la maggior parte dei politici statunitensi ha festeggiato in modo bipartisan la notizia del suo arresto, Trump, che nel 2016 aveva dichiarato «Io amo WikiLeaks», dopo l’arresto dell’attivista australiano ha...