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La finestra di Giuseppe Gioachino Belli
Divano La poetica degli interni e i volti della «plebe di Roma»
Divano La poetica degli interni e i volti della «plebe di Roma»
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 24 gennaio 2020
L’ultimo sonetto romanesco Giuseppe Gioachino Belli lo scrive il 21 febbraio 1849. Lo scorso 7 settembre ha compiuto cinquanta sette anni. È rivolto a Cristina Ferretti che di lì a poche settimane avrebbe sposato il figlio del poeta, Ciro. La informa di come sia stato colto da un potente raffreddore e sia costretto a letto e a star chiuso in casa, nell’appartamento di via Monte della Farina che Belli, vedovo, condivide da dodici anni con i cugini materni Mazio. In quei giorni preme perché Ciro e Cristina affrettino la data delle nozze. In un momento di grande subbuglio e dall’incerto...