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La foto copia, la foto voluta

La foto copia,  la foto  volutaVivian Maier, «Autoritratto», 1953

Cartelli di strada Prendendo immagini di volti appartenenti a personaggi noti e, soprattutto, a persone comuni incrociate per strada, Diane Arbus si lasciò sfuggire una battuta su sé stessa...

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 20 marzo 2021
Prendendo immagini di volti appartenenti a personaggi noti e, soprattutto, a persone comuni incrociate per strada, Diane Arbus si lasciò sfuggire una battuta su sé stessa: «Non ho mai ottenuto uno scatto come volevo: è sempre venuto migliore o peggiore». La fotografa americana, scomparsa negli anni ’70, adoperava fotocamere (la Mamiya, la Rollei biottica, la Pentax 6×7) con pellicole di medio formato che davano immagini nitide e dettagliate. Tutt’altra resa rispetto agli apparecchi con film-cine da 35 millimetri, altrimenti conosciuti come «formato Leica». La Arbus era una professionista. Eppure, come si evince da quella sua ammissione, uno scatto per ottenere...

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