Europa
La fronda interna si perde, ma May non è salva
Westminster Il tory Rees-Mogg non ottiene le firme per la sfiducia, ma sul futuro della premier pesa la minaccia del Dup. La strada in salita dell'accordo sulla Brexit verso il voto «significativo» del 10 dicembre in parlamento
Protesta contro la Brexit davanti a Westminster – LaPresse
Westminster Il tory Rees-Mogg non ottiene le firme per la sfiducia, ma sul futuro della premier pesa la minaccia del Dup. La strada in salita dell'accordo sulla Brexit verso il voto «significativo» del 10 dicembre in parlamento
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 23 novembre 2018
Leonardo ClausiLONDRA
Instancabile Sisifo, Theresa May spinge il masso dell’accordo con l’Ue, capace di unire tutti nello scontento più totale, in cima all’impervia salita, solo per vederlo beffardamente rotolare a valle. Per poi spingere di nuovo, con una determinazione che sfida la capricciosa crudeltà dell’Olimpo. Non ultima tra le sue prove di resilienza, l’essere finora sopravvissuta alla fronda interna mossale dai neovittoriani dell’Europe Research Group, capitanati da Jacob Rees-Mogg, che la scorsa settimana innescavano il procedimento di sfiducia della leader secondo una modalità che richiede la spedizione di 48 lettere da altrettanti deputati che manifestino il proprio scontento con la leadership. Per...