Cultura

La grande impostura e la riservatezza del proprio nome

La grande impostura e la riservatezza del proprio nomeUn fotogramma tratto da «A las mujeres de España. María Lejárraga» (regia di Laura Hojman)

MARÍA LEJÁRRAGA Il ritratto della prolifica autrice di commedie e romanzi. Tutto ciò che scrisse fu pubblicato a firma di suo marito. Pubblicata in Spagna la sua raccolta degli articoli sul femminismo, redatti ai primi del Novecento. Era amata da tutti per il suo carattere ottimista e il suo senso dell’umorismo, fondatrice della Asociación Femenina de Educación Cívica, militante socialista eletta deputata nel 1934. Gregorio Martínez Sierra, con cui rimase a lungo sposata, è considerato tra i più importanti commediografi spagnoli ed è ricordato come esponente di spicco del Modernismo

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 4 febbraio 2023
Non è un mistero che dietro i nomi di scrittori come George Sand, George Eliot, Vernon Lee, Isak Dinesen, James Tiptree o Robert Galbraith ci siano altrettante scrittrici, diventate celebri con un nom de plume maschile. Nel caso di Galbraith l’uso dello pseudonimo nasce dal desiderio di J.K. Rowling di prendere le distanze dal suo Harry Potter, mentre nel caso di Tiptree (alias Alice Bradley) favorì l’incursione in un territorio «maschile» come quello della fantascienza. Per tutte le altre, invece, è stata spesso una scelta obbligata per accedere alla pubblicazione o evitare la riprovazione sociale e familiare, in epoche che...

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