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La grande riforma della piccola sovranità
Il proclama di Mario Draghi è un manifesto radicale che chiede agli Stati più deboli dell’Europa di cedere alle tecnocrazie sovranazionali i residui poteri e ai governi di diventare strutture amministrative subordinate
reuters
Il proclama di Mario Draghi è un manifesto radicale che chiede agli Stati più deboli dell’Europa di cedere alle tecnocrazie sovranazionali i residui poteri e ai governi di diventare strutture amministrative subordinate
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 agosto 2014
È diffusa la consapevolezza del fatto che la «Costituzione neoliberista» comporta un duplice processo di migrazione della sovranità: dalla politica all’economia; dagli Stati nazionali a organismi transnazionali rappresentanti dei poteri che articolano la dinamica economica. Questa sommaria sintesi è sufficiente a dar conto del problema più serio generato dal radicarsi del neoliberismo nell’arco degli ultimi 30-35 anni. Il riassetto della sovranità ha coinciso con uno scadimento della sua qualità, in quanto i poteri economici premiati sono costitutivamente sottratti al controllo democratico. Indipendentemente dalla loro configurazione (non si tratta soltanto di grandi imprese industriali e finanziarie o dei grandi investitori, ma...