Internazionale
La grande trappola afghana
Afghanistan Tra Mazar-e-Sharif e Kabul, le voci di chi sogna solo di fuggire all’estero, lontano dal nuovo Emirato, dalla paura e dai conflitti. Quelli per l’identità nazionale e quelli per la terra. Ma c’è anche chi vuole restare: «Ai Talebani non c’è alternativa». L’attivista uccisa, Foruzan Safi, forse adescata con un falso via libera per Berlino
Talebani per le strade di Mazar-e-Sharif – Giuliano Battiston
Afghanistan Tra Mazar-e-Sharif e Kabul, le voci di chi sogna solo di fuggire all’estero, lontano dal nuovo Emirato, dalla paura e dai conflitti. Quelli per l’identità nazionale e quelli per la terra. Ma c’è anche chi vuole restare: «Ai Talebani non c’è alternativa». L’attivista uccisa, Foruzan Safi, forse adescata con un falso via libera per Berlino
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 7 novembre 2021
Giuliano BattistonKABUL
«Piani per il futuro? Trovare il modo per lasciare l’Afghanistan». Idris ha trent’anni. Occhiali spessi di plastica nera, felpa rossa con cappuccio, ha gli occhi arrossati. Fino alle 5 del mattino è stato a chattare con «un’amica che vive in Corea». Dorme meno del solito. «Non c’è speranza qui. L’unica è andarsene». Siamo in un appartamento a Omid Sabs, quartiere-satellite di Kabul costruito negli ultimi 10 anni. Per parlare liberamente serve un posto sicuro. In questa «cittadella» le case costano tanto. Costavano. «C’è chi ha venduto a 50.000 dollari appartamenti comprati per il doppio del valore». Gli «evacuati». Interi edifici...