Alias Domenica
La grazia perduta del Boscimani
Antropologia In un saggio di grande eleganza stilistica, scritto nel 1961, l’espoloratore sudafricano azzarda l’elezione dei nativi del Kalahari a ultimi depositari di una congetturale umanità primigenia: «Il cuore del cacciatore», da Adelphi
ManandAnimals Tcega, dalla mostra sull’arte del Kalahari alla Gravers Lane Gallery, Londra
Antropologia In un saggio di grande eleganza stilistica, scritto nel 1961, l’espoloratore sudafricano azzarda l’elezione dei nativi del Kalahari a ultimi depositari di una congetturale umanità primigenia: «Il cuore del cacciatore», da Adelphi
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 7 aprile 2019
Da alcuni anni, nell’ambito degli studi antropologici, si fa un gran parlare di prospettivismo e di pluralità delle ontologie – il famoso antropologo francese Philippe Descola ne ha individuate quattro: animismo, naturalismo, analogismo e totemismo. In questione è il riconoscere non solo la presenza di differenti visioni del mondo culturalmente determinate, ma di differenti mondi resi possibili da sguardi prospettici che «sono» la realtà e non semplicemente la sua rappresentazione. Di conseguenza, quando un individuo achuar dell’amazzonia peruviana sostiene che «le scimmie lanose sono i miei cognati» questo enunciato deve essere preso maledettamente sul serio, e proprio su un piano...