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La Lega del Sud non è l’antidoto alla secessione

Riforme E’ difficile accettare che i cittadini meridionali possano votare in gran numero per chi li ha insultati fino a pochi anni fa. Varrebbe la pena tentare di capire perché il leader verde-nero non è un fungo velenoso nato per caso, ma il frutto di un terreno di coltura, di un humus culturale che abbiamo ignorato

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 27 febbraio 2019
La vittoria del centro-destra in Sardegna non è una novità, lo è invece che a diventare governatore sia un senatore della Lega. E secondo tutti i sondaggi, la popolazione meridionale voterà in massa per la Lega alle prossime scadenze elettorali. Se il trend in atto continuerà il PdS (Partito di Salvini) sarà con buone probabilità il primo partito nel Sud, a dispetto del fatto che proprio lui sta sostenendo con determinazione la cosiddetta «autonomia finanziaria differenziata». Vale a dire quella «differenziazione» che comporterà per il territorio meridionale il crollo della sanità, delle Università, scuola e servizi essenziali. È difficile accettare...

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