La legge penale dura con i deboli e il ministro che non c’è
Illustrazione Ikon Images/Ap
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La legge penale dura con i deboli e il ministro che non c’è

Opinioni Dopo anni di miraggi, fallimenti e di inganni dell’opinione pubblica, non è credibile una politica che si limita ai proclami sugli aumenti di pena e alle grida repressive
Pubblicato circa un anno faEdizione del 18 novembre 2023
È qui che viene in primo piano la galleria di «stracciati», per i quali il governo alza al massimo l’asticella della repressione penale, introducendo nuovi delitti – dall’induzione all’accattonaggio alla rivolta in istituti penitenziari – o innalzando le pene per i reati tipici degli emarginati. Una politica penale dura, attuata con una tecnologia legislativa «a spizzico», che aggiunge, aggrava, infoltisce a senso unico divieti e pene. Ed è da quest’ottica di polizia che scaturisce un disegno di legge che sembra ricalcato su di un mattinale di questura. Solo qualche esempio. Più carcere – da due a sette anni di reclusione...

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