Cultura

La lente fotografica che vince lo tsunami

La lente fotografica che vince lo tsunamiMayumi Suzuki, The Restoration Will, courtesy of Fotoleggendo and the artist

Intervista Un incontro con Mayumi Suzuki nel circuito del festival FotoLeggendo a Roma. «Scattavo e nell’oscurità della notte, in piedi sulla spiaggia dove sono morte molte persone, percepivo il loro spirito. Il nero delle immagini è il collegamento con loro. In una foto c’è anche una striscia blu. Avevo preso la barca - alle due o alle tre del mattino - ero a circa 500 km al largo della mia città, quando ho notato una striscia di insetti notturni, come fossero lanterne. Ho pensato che, forse, i miei genitori erano lì, intorno a me»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 14 giugno 2018
Nel fazzoletto bianco con le righe rosse è avvolto un oggetto che Mayumi Suzuki (Onagawa 1977, vive e lavora a Zushi, Yokohama) ha rinvenuto tra le macerie dello studio di suo padre, nello stesso edificio dell’abitazione di famiglia nella città di Onagawa, insieme ad alcune istantanee in parte danneggiate dall’acqua e dal fango. Una città sulla costa nordorientale del Giappone, nella prefettura di Miyagi, che l’11 marzo 2011 è stata spazzata via dallo tsunami generato dal devastante terremoto. È la prima volta che Mayumi porta all’estero la lente di un apparecchio fotografico di suo padre che è qualcosa di più...

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