Cultura
La lingua delle parole ferite
Intervista Un incontro con la scrittrice turca Asli Erdogan, recentemente di passaggio in Italia per presentare il suo libro «Neppure il silenzio è più tuo», edito da Garzanti. «Sono ancora sotto processo, rischio l’ergastolo per ciò che ho scritto. Di quanto ho vissuto racconterò solo quando potrò trasformarlo in arte»
Asli Erdogan
Intervista Un incontro con la scrittrice turca Asli Erdogan, recentemente di passaggio in Italia per presentare il suo libro «Neppure il silenzio è più tuo», edito da Garzanti. «Sono ancora sotto processo, rischio l’ergastolo per ciò che ho scritto. Di quanto ho vissuto racconterò solo quando potrò trasformarlo in arte»
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 28 dicembre 2017
Lo sguardo vaga nervoso prima di fermarsi sull’interlocutore, tradendo l’estremo pudore a raccontarsi come un simbolo, per lei che ha scelto la letteratura come «l’arte di parlare la lingua delle ferite», un modo per dare voce a quanti, non solo in Turchia, sono privati prima di tutto della possibilità di narrare la propria storia. Eppure, suo malgrado, Asli Erdogan è diventata anche in prima persona una testimone della resistenza alla barbarie. Tra le scrittrici turche più note e apprezzate in tutto il mondo, con all’attivo oltre una decina di opere nelle quali la letteratura incontra la poesia – Keller ha...