Visioni

La lingua universale e contemporanea di «Elisir d’amore»

La lingua universale e contemporanea di «Elisir d’amore»

Lirica A Macerata l'opera di Donizetti per la regia di Damiano Micheletto

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 12 agosto 2018
Mentre la stagione del Macerata Opera Festival volge al termine, possiamo dire che la scommessa giocosa e solo in apparenza svagata dell’Elisir d’amore risulta vincente sull’impegno ipertrofico del Flauto magico di Graham Vick e sull’effetto dejà vu della pur sempre bellissima Traviata degli specchi. Le ragioni, com’è ovvio, sono l’esecuzione musicale e l’allestimento scenico, che qui trovano un equilibrio raro e prezioso. Da un lato la scelta di Francesco Lanzillotta, direttore musicale dello Sferisterio, di proporre la partitura di Gaetano Donizetti nella sua integralità, riaprendo i cosiddetti tagli «di tradizione», non per accanimento filologico, ma per restituire dignità a una scrittura musicale raffinata troppo spesso...

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