Cultura
La lunga marcia postdemocratica
Tempi presenti L’accusa di deficit democratico è una costante nell’analisi del processo di integrazione europea. Ne vanno però delineate le dinamiche e le trasformazioni indotte nei sistemi politici nazionali. Un’anticipazione dalla relazione che lo storico terrà nel seminario organizzato dalla rivista «Critica marxista» sulla questione tedesca
Tempi presenti L’accusa di deficit democratico è una costante nell’analisi del processo di integrazione europea. Ne vanno però delineate le dinamiche e le trasformazioni indotte nei sistemi politici nazionali. Un’anticipazione dalla relazione che lo storico terrà nel seminario organizzato dalla rivista «Critica marxista» sulla questione tedesca
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 23 febbraio 2016
La insistenza sul deficit di democrazia è un luogo comune nel dibattito sul processo di integrazione europea. Per tutta la vasta letteratura esistente basti qui richiamare l’indagine particolarmente propositiva di Philippe Schmitter, che ha sviluppato una riflessione sistematica sulla cittadinanza, la rappresentanza e il processo decisionale (Come democratizzare l’Unione europea e perché, Il Mulino). Il politologo americano rimane perfettamente consapevole della impossibilità di andare oltre la soglia di quelle che egli stesso chiama «modeste riforme». L’Unione europea non è uno Stato e quanto meno una Nazione e l’idea e la pratica della democrazia sono impensabili e inscindibili dal quadro storicamente...