Cultura

La memoria collettiva parte dalla Nakba

La memoria collettiva parte dalla Nakba – Foto Archivio Onu, agenzia Unrwa

Incontri Wasim Damash, saggista e docente di lingua e letteratura araba all’Università di Cagliari, ospite alla Settimana del libro palestinese a Roma, ripercorre i temi che imperniano la nuova letteratura

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 29 marzo 2017
«Israele distrugge la memoria storica con strumenti scientifici, con una storiografia che cancella la memoria di un luogo e la sostituisce con un’altra. Alla base sta l’importanza della conservazione della memoria collettiva di una comunità umana, quella che determina la memoria dell’uomo. Sono queste due memorie insieme che definiscono il paesaggio umano. E Israele lo sa: già nel 1902 fu creato all’interno dell’Organizzazione Sionista Mondiale un comitato dei nomi, che individuasse nuovi toponimi non solo per città e villaggi, ma anche per fiumi e valli. Il sionismo ha spezzettato la storia dell’uomo spezzando quella del luogo». COSÌ WASIM DAMASH, saggista...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi