Alias Domenica
La memoria collettiva trasforma le coscienze
«Archivi impossibili» da Johan & Levi Dall’Atlante di Richter al Museo di Broodthaers allo schedario di Haacke. Cristina Baldacci ha studiato in chiave foucaultiana il crescente interesse per la forma-archivio da parte degli artisti contemporanei
Marcel Broodthaers, «La Salle Blanche», 1975, legno, fotografie, lampadina, iscrizioni dipinte, corda, Estate Marcel Broodthaers
«Archivi impossibili» da Johan & Levi Dall’Atlante di Richter al Museo di Broodthaers allo schedario di Haacke. Cristina Baldacci ha studiato in chiave foucaultiana il crescente interesse per la forma-archivio da parte degli artisti contemporanei
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 2 aprile 2017
Una delle più interessanti scoperte scientifiche del Novecento la dobbiamo alla ricerca fenomenologica portata avanti in Germania da Edmund Husserl. Già sul finire del XIX secolo, il filosofo moravo stava concependo uno dei pilastri fondamentali dell’intera dottrina fenomenologica e, verrebbe da dire, dell’intera storia della filosofia novecentesca: quello relativo alla qualità intenzionale della coscienza. In accordo con quanto già ipotizzato dal suo maestro Franz Brentano, Husserl affermò che ogni processo cognitivo interno alla coscienza umana è sempre diretto verso un oggetto, ha sempre l’intenzione di rivolgersi a qualcosa di diverso da sé. In altri termini, non esiste nessuna percezione o...