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La memoria di Giulio, qualcosa per cui vale la pena combattere

La memoria di Giulio, qualcosa per cui vale la pena combattereI genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, durante una conferenza stampa – LaPresse

Ognuno, come può, renda la memoria di Giulio «attiva». Per evitare che diventi solo un rituale e per trasformare quel ricordo in lotta concreta a favore dei diritti umani, ovunque nel mondo

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 25 gennaio 2019
Sono trascorsi precisamente tre anni da quel crudele 25 gennaio 2016 che registrò la scomparsa di Giulio Regeni dalla stazione Al Buhuth della metropolitana del Cairo. Come tutti gli anniversari, anche questo potrebbe avere il destino di stiepidire sotto una osservanza solo rituale o potrebbe riempirsi di promesse e belle speranze, con il risultato di essere una ricorrenza ossequiosa e vuota insieme. La distanza delle date che, giorno dopo giorno, si avvicendano con il loro cumulo di fatti rischia insomma di separarci sempre di più dalla vicenda materiale di Giulio Regeni, sbiadendone il ricordo e illanguidendone l’urgenza. Come evitarlo? Un...

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