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La metafora del ponte, sinonimo di inferno dalla notte dei secoli
Il crollo È l’hybris, la sfida arrogante ai limiti imposti dalla natura e l’ottusità che sempre l’accompagna ciò che ha sempre causato i disastri più grandi
Il «Ponte del capello» particolare dell’affresco nella Chiesa di Santa Maria in Piano a Loreto AprutinoIl crollo È l’hybris, la sfida arrogante ai limiti imposti dalla natura e l’ottusità che sempre l’accompagna ciò che ha sempre causato i disastri più grandi
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 22 agosto 2018
Il termine pontos, da cui deriva la parola «ponte», designava, per la Grecia classica, al contrario di thalassa o pélagos, l’alto mare, l’ignoto del largo, lo spazio marino nel quale non si vedono le coste e che sembra confondersi, nelle notti senza luna né stelle, con il cielo scuro; il termine descrive anche il fondo marino, nel senso di un incommensurabile baratro. Per questo pontos veniva usato come una delle denominazioni del mondo infero, del Tartaro, con il quale confinava attraverso comuni «radici», poiché in entrambi nessuna direzione è stabilita e possibile e un’incudine di bronzo può cadere senza arrivare...