Italia
La metamorfosi del teatro Valle
Beni comuni Dopo tre anni è finita l'occupazione. Il 2 settembre primo incontro con il Teatro di Roma sulla convenzione. Il racconto delle ultime ore di un'inedito "auto-sgombero". Ieri tutto è iniziato con una rappresaglia: l’Acea taglia la luce e mette in pericolo il teatro. Poi l’incontro con Marino Sinibaldi
L'ultima conferenza stampa del teatro Valle occupato
Beni comuni Dopo tre anni è finita l'occupazione. Il 2 settembre primo incontro con il Teatro di Roma sulla convenzione. Il racconto delle ultime ore di un'inedito "auto-sgombero". Ieri tutto è iniziato con una rappresaglia: l’Acea taglia la luce e mette in pericolo il teatro. Poi l’incontro con Marino Sinibaldi
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 agosto 2014
Ore nove. Al teatro Valle auto-sgomberato domenica notte l’Acea interrompe l’erogazione di corrente. Il più antico teatro della capitale resta al buio. Non funzionano più gli allarmi anticendio. Per la prima volta si tocca con mano l’angoscia di una scintilla devastante. Come alla Fenice di Venezia. O quella appiccata al Petruzzelli di Bari. Al Valle le fiamme potrebbero divorare Sant’Ivo alla Sapienza del Borromini e arrivare fino alle spalle del Senato. Lo Stato si è ripreso il suo «bene» dopo tre anni. E lo ha fatto con una rappresaglia postuma contro un’occupazione che ha tenuto in vita un teatro, senza...