Politica
La metamorfosi dell’avvocato
Quattordici mesi a palazzo Chigi. Dall’esordio per nulla trionfale, quando spiegava al parlamento che il contratto di governo lo aveva letto tutto, all’insofferenza per i due guardiani che aveva accanto. La strategia dell’attesa per vedere i suoi vice abbattersi a vicenda. Il leghista è finito fuori gioco. L’ultima spinta al grillino può dargli la piena indipendenza
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a destra, con il portavoce Rocco Casalino
Quattordici mesi a palazzo Chigi. Dall’esordio per nulla trionfale, quando spiegava al parlamento che il contratto di governo lo aveva letto tutto, all’insofferenza per i due guardiani che aveva accanto. La strategia dell’attesa per vedere i suoi vice abbattersi a vicenda. Il leghista è finito fuori gioco. L’ultima spinta al grillino può dargli la piena indipendenza
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 29 agosto 2019
Dal giorno in cui l’hanno mandato a palazzo Chigi gli sono stati addosso. E gli sono stati davanti. Luigi Di Maio e Matteo Salvini circondavano Giuseppe Conte anche nell’ultima sua apparizione in parlamento – l’ultima fin qui dobbiamo aggiungere. Si erano solo scambiati di posto. Il 20 agosto scorso Salvini era alla destra del premier, cupo a prendere metaforici schiaffi, mentre Di Maio, alla sinistra, scivolava in una precoce dissolvenza. Le immagini di quel 6 giugno 2018 ce li rimandano invece molto sorridenti, nello stesso senato, a poltrone invertite. Quello preoccupato sembra proprio Conte, intralciato dal peso dei due vicini....