Cultura
La metropoli al plurale che si è trasformata in caleidoscopio urbano
Indagini «Le sette Rome» di Keti Lelo, Salvatore Monni e Federico Tomassi, per le edizioni Donzelli. Dalla dimensione «storica» a quella «disneyficata», ceti emergenti e nuovi invisibili
«The jumping wolf» di Lucamaleonte (Testaccio)
Indagini «Le sette Rome» di Keti Lelo, Salvatore Monni e Federico Tomassi, per le edizioni Donzelli. Dalla dimensione «storica» a quella «disneyficata», ceti emergenti e nuovi invisibili
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 28 settembre 2021
La ripartizione concentrica tra centri e periferie non basta più da tempo a descrivere Roma, e perfino i «nonluoghi» surmoderni di augéniana memoria hanno fatto il loro tempo. Nell’anno del suo 150esimo anniversario come capitale d’Italia, la più grande città abusiva d’Europa – ma anche la più verde, parchi e pascoli compresi – continua ad avere un peso demografico assai modesto malgrado si estenda su un hinterland che va dal Tirreno all’Appennino, dai Castelli romani ai laghi della Tuscia. PER CHI SI APPRESTA a candidarsi a sindaco sarebbe utile analizzare il «caleidoscopio urbano» in cui Roma si è trasformata: una...