Cultura
La misura della perturbazione
Jenny Offill Un’intervista con la scrittrice statunitense innamorata della poesia e della scienza che domani sarà a Ivrea per presentare il romanzo «Le cose che restano» (NN editore), nell’ambito del Festival di lettura «La Grande invasione»
Maggie Taylor
Jenny Offill Un’intervista con la scrittrice statunitense innamorata della poesia e della scienza che domani sarà a Ivrea per presentare il romanzo «Le cose che restano» (NN editore), nell’ambito del Festival di lettura «La Grande invasione»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 2 giugno 2016
Compatto e misterioso come un neutrone. Così Michael Cunningham ha definito Dept. of speculation (2015), l’ultimo romanzo di Jenny Offill pubblicato in Italia per l’editore NN (pp. 168, euro 16, traduzione di Francesca Novajra) con il titolo Sembrava una felicità, in finale al Folio Prize. Lingua evocativa e sapiente, al confine tra poesia e filosofia, quasi verso l’aforisma, il romanzo è una interrogazione inconsueta delle complicanze relazionali. Jenny Offill, scrittrice statunitense che insegna scrittura alla Columbia, alla Queens University e al Brooklyn College, è attenta esploratrice della condizione umana, delle sue pieghe di senso che si innervano in una piccola...