Cultura
La morale dimenticata delle merci
Nel mondo dei segni La critica al consumismo rimuove il fatto che i manufatti arredano la vita sociale e dei singoli. Allo stesso tempo danno forma a una morale pubblica. Un’intervista con il filosofo e antropologo Emanuele Coccia, autore del recente volume «Il bene nelle cose» per il Mulino
"Con tutti", décollage di Mimmo Rotella, 1995
Nel mondo dei segni La critica al consumismo rimuove il fatto che i manufatti arredano la vita sociale e dei singoli. Allo stesso tempo danno forma a una morale pubblica. Un’intervista con il filosofo e antropologo Emanuele Coccia, autore del recente volume «Il bene nelle cose» per il Mulino
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 22 aprile 2014
«Dopo aver chiuso questo libro, continuerete a odiare la pubblicità ma in un modo molto più intelligente, più personale, più intimo». Così, sulle colonne di Libération, Marcela Iacub presentava l’ultimo libro di Emanuele Coccia ([/ACM_2]Il bene nelle cose. La pubblicità come discorso morale, il Mulino, pp. 142, euro 12). E se la giurista francese aveva ragione di sottolineare l’esperienza trasformativa provocata dalla lettura di un libro tanto singolare, peccava forse nel concentrarsi su un esito così negativamente marcato come l’odio. La lettura del libro di Coccia permette infatti di riconoscere in quelle cose che sono le merci nulla di meno...