Italia
La ’ndrangheta rideva del terremoto
Emilia Romagna Tra i 160 arresti e gli oltre 200 indagati, anche il consigliere comunale forzista di Reggio. A capo di tutto, la cosca di Nicolino Grande Aracri, che nella regione aveva rapporti con politici, funzionari comunali, giornalisti e anche un poliziotto
Capannoni crollati durante il terremoto in Emilia – Reuters
Emilia Romagna Tra i 160 arresti e gli oltre 200 indagati, anche il consigliere comunale forzista di Reggio. A capo di tutto, la cosca di Nicolino Grande Aracri, che nella regione aveva rapporti con politici, funzionari comunali, giornalisti e anche un poliziotto
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 29 gennaio 2015
Giovanni StincoBOLOGNA
Sono 160 gli arresti, 117 solo in Emilia-Romagna. Esplode così un’inchiesta nata a fine 2010, e che ora mostra, nero su bianco, l’esistenza da almeno venti anni di una cellula ’ndranghetista in Emilia Romagna. Non la classica attività mafiosa a base di controllo del territorio e pizzo, ma una cosca, quella guidata da Nicolino Grande Aracri, che in Emilia si era fatta imprenditrice silenziosa e che aveva rapporti con politici, funzionari comunali, giornalisti e in un caso anche un poliziotto. Epicentro dell’attività criminale Reggio Emilia, ma sono coinvolte anche le province di Parma e Modena. I 117 arrestati dell’inchiesta denominata...