Alias Domenica
La Patellière, il solitario fra sonno e allarme
Riscoperte nell'arte: Amédée de La Patellière Umanistica e insieme apocalittica, odorosa di mosto e di stallatico ma anche agitata da terribili eclissi solari: la parabola anni venti di un maestro della "génération du Feu". È stato Philippe Dagen (1996) a riaprire gli occhi sulla sua opera, già amata da Mauriac e Giono
Amédée de La Patellière, "La lecture", collezione privata
Riscoperte nell'arte: Amédée de La Patellière Umanistica e insieme apocalittica, odorosa di mosto e di stallatico ma anche agitata da terribili eclissi solari: la parabola anni venti di un maestro della "génération du Feu". È stato Philippe Dagen (1996) a riaprire gli occhi sulla sua opera, già amata da Mauriac e Giono
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 11 ottobre 2020
André Dunoyer de Segonzac, Henri Le Fauconnier, Roger de la Fresnaye, Amédée de La Patellière… quanti bei nomi di pittori, dalla tonda e nobile sonorità, si sono dati appuntamento in Francia fra le due guerre! Strano: nomi che ‘agiscono’ sulle opere d’arte, accrescendone il potenziale ‘tattile’ (a volte, saporite onomatopee: ‘Segonzac’ per il nervosismo grafico dell’artista). Chissà se mai qualcuno ha indagato questo particolare aspetto della ricezione figurativa. Fu proprio un suono che mi convinse, la primavera di cinque anni fa, a prevedere una sosta, non solo aeroportuale, a Beauvais, l’antica cittadina degli arazzi e delle maioliche, martoriata dai bombardamenti...