Visioni
La poesia sensuale di una forma perfetta
A teatro «L’ammore nun è ammore» di Lino Musella rilegge i «Sonetti» shakespeariani con calore e sfrontatezza. La traduzione dall’inglese alla lingua napoletana restituisce la rovente sostanza contenuta nei versi
A teatro «L’ammore nun è ammore» di Lino Musella rilegge i «Sonetti» shakespeariani con calore e sfrontatezza. La traduzione dall’inglese alla lingua napoletana restituisce la rovente sostanza contenuta nei versi
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 4 novembre 2017
Gianfranco CapittaNAPOLI
I Sonetti sono parte integrante, e in qualche misura rivelatrice, della scrittura di William Shakespeare. Quelle 154 brevi composizioni (14 versi ognuna, 12 endecasillabi e due in rima baciata) sono densamente avvolte nel mistero: poesie d’amore e di pensiero, dedicate per lo più a «un bel giovane», che quando furono pubblicate da un altro londinese intraprendente, pare abbiano spinto il grande autore a ritirarsi definitivamente nella natìa Stratford. D’altra parte di quelle composizioni di perfetta forma, e di tanto eloquio amoroso, non si sa chi sia il destinatario, né la tosta signora che compare verso la fine. Qualcuno trova assonanze...