Visioni
La politica all’attacco del grande schermo
Cinema «The Secret Soldiers of Benghazi» è già il titolo più ambiguo del prossimo anno. Regia di Michael Bay, racconta in chiave anti-Hillary l’attacco al consolato Usa in Libia. La sfida elettorale invade l’immaginario. «Da sinistra» arriva il tagliente «Our Brand is Crisis», come l’America orientò il voto in Bolivia nel 2002
Cinema «The Secret Soldiers of Benghazi» è già il titolo più ambiguo del prossimo anno. Regia di Michael Bay, racconta in chiave anti-Hillary l’attacco al consolato Usa in Libia. La sfida elettorale invade l’immaginario. «Da sinistra» arriva il tagliente «Our Brand is Crisis», come l’America orientò il voto in Bolivia nel 2002
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 4 novembre 2015
Giulia D'Agnolo VallanNEW YORK
La Camera Usa ha un nuovo presidente (il teocon del Wisconsin Paul Ryan), che all’inaugurazione ha rifiutato di abbracciare Nancy Pelosi (per evitare l’effetto boomerang che la foto avrebbe avuto con i teapartisti) e che ha già detto che non collaborerà con Obama per sbloccare la legge sull’immigrazione arenata da due anni. Il novantunenne ex presidente George Bush lancia scarpe contro il televisore alla mera apparizione di Donald Trump, micidiale torpedo nel fianco della campagna elettorale del figlio prediletto Jeb. Hillary è sopravvissuta brillantemente alla commissione parlamentare di Bengasi, alla tradizionale apparizione su Saturday Night Live e allo spettro di...