Lavoro
La precarietà porta più lavoro? Falso: lo dicono i dati (e la realtà)
Analisi Cosa c’è dietro la surreale crociata contro l’articolo 18. Renzi crede nella tesi sulla «precarietà espansiva». L’Isfol, l’Ocse e molti economisti hanno dimostrato che l’Italia è più «flessibile» della Germania
/var/www/vhosts/ilmanifesto.co/ems/data/wordpress/wp content/uploads/2014/05/07/08prima biagianti precari milano 490 1 maggio – Aleandro Biagianti
Analisi Cosa c’è dietro la surreale crociata contro l’articolo 18. Renzi crede nella tesi sulla «precarietà espansiva». L’Isfol, l’Ocse e molti economisti hanno dimostrato che l’Italia è più «flessibile» della Germania
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 2 ottobre 2014
La tesi di fondo che spinge Matteo Renzi a giustificare la surreale crociata contro l’articolo 18 è che maggiore flessibilità nell’offerta di lavoro porterà più occupazione in Italia. La tesi è stata smentita sin dal 2004 dai rapporti Ocse sull’occupazione e ha trovato una serie di conferme nell’elaborazione dei dati forniti dall’Isfol, oltre che nei lavori di economisti come, tra gli altri, Emiliano Brancaccio o Riccardo Realfonzo. Il problema è anche un altro: una maggiore precarizzazione del mercato del lavoro (e quello italiano lo è alla massima potenza) produce occupazioni (Jobs) «mordi e fuggi», di bassa qualità,di breve e brevissima...