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La priorità assoluta è un altro ministro al Viminale

Scenari della crisi Sul ministero dell’interno poggia il procedimento elettorale e al Viminale c’è il Salvini candidato premier che chiede pieni poteri agli italiani. Basta pensare che spot sarebbe per lui un barcone di disperati in cerca del porto sicuro, lo sgombero di un edificio occupato, il crimine piccolo o grande commesso da una «zingaraccia» o da uno straniero di pelle scura. Si porrebbe una fondamentale questione di par condicio nella competizione elettorale.

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 agosto 2019
La mozione leghista di sfiducia chiude ogni discussione. Il treno gialloverde è arrivato all’ultima fermata. Invero, attendeva da tempo l’autorizzazione ad entrare in stazione da parte di Salvini. In realtà la crisi era già aperta il 7 luglio con il voto Tav. Per il governo il sottosegretario alla presidenza Santangelo (M5S) si è rimesso all’aula. Ma è stato bruciato sul tempo dal viceministro leghista Garavaglia, che a nome della Lega ha chiesto un voto pro Tav, «e contro chi blocca il Paese». Una esternazione impropria, consapevole e voluta. Qui comincia l’attacco della Lega. Perché sul Tav – avendo ormai vinto...

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