Cultura
La psicogeografia di una città trasformata in teatro per artisti
BIENNALE DI OSLO Per cinque anni, l'evento si confronta con gli spazi pubblici, cambiando i connotati ai luoghi. Si disegna una filosofia espositiva nella quale è abolito il «white cube»
«The Viewers» dell’artista francese Carole Douillard
BIENNALE DI OSLO Per cinque anni, l'evento si confronta con gli spazi pubblici, cambiando i connotati ai luoghi. Si disegna una filosofia espositiva nella quale è abolito il «white cube»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 14 giugno 2019
La prima edizione della Biennale di Oslo (per una durata di cinque anni, dal 2019 al 2024) ha un prologo che risale al 2013 quando l’agenzia Oslo Pilot, incaricata dall’amministrazione cittadina di delineare una linea operativa per la rassegna, puntò sulla valorizzazione degli spazi pubblici e sulla ricognizione delle collezioni municipali. La crescita immobiliare della capitale scandinava rendeva disponibili un parco di aree urbane dismesse e una mole di opere d’arte stoccate nei depositi comunali. Nel 2015, ci fu un folgorante trailer con l’installazione House of Commons dell’artista norvegese Marianne Heske: un edificio rurale spostato davanti al parlamento norvegese creò...