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La psicosi tra famiglia e prigionia digitale

Verità nascoste «La famiglia è il luogo dove il malessere della collettività (il vivere senza fare esperienza vera, appiattirsi sulla ripetitività di comportamenti che distraggono dai propri sentimenti), trova il terreno di cultura più fertile e può far ammalare molto gravemente le persone. Può anche essere, all’opposto, uno spazio di resistenza all’omologazione dove le differenze crescono e dialogano»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 30 maggio 2020
Nina di Majo: «Nel mio primo film Autunno (1999), presentato al Festival di Venezia, affrontavo il tema della quasi psicosi e del matricidio. Alessio, un personaggio lievemente psicotico, sogna di ammazzare la madre come Oreste, perché la madre è una “carceriera” indolente e autoritaria della buona borghesia conservatrice. Il messaggio del film era politico, come nei I pugni in tasca di Marco Bellocchio, capolavoro che, in parte, mi aveva ispirato. Il sonno della borghesia conformista, in fondo fascistoide e razzista, è per gli adolescenti il focolaio di una rabbia distruttiva, come in Joker, anche quando non è estrema, appariscente. Alessio...

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