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La quiete ipnotica di una Roma immaginata
La capitale e la fantascienza Delineare la città che non esiste, quella potenziale, quella minacciata, quella solo dormiente si spera. La fantascienza è sempre ovviamente politica anche nelle sue versioni più buffe
La capitale e la fantascienza Delineare la città che non esiste, quella potenziale, quella minacciata, quella solo dormiente si spera. La fantascienza è sempre ovviamente politica anche nelle sue versioni più buffe
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 2 gennaio 2020
Su Roma, si dice spesso nei dibattiti pubblici, nei comizi dei politici, che è una città senza una visione, male incantata nei suoi disastri quotidiani, irredimibile, sclerotizzata. I progetti di trasformazione impiegano anni a essere realizzati, quando non si insabbiano nelle secche dell’inerzia. In più, Roma non è soltanto una città immobile, cristallizzata perché eterna e eternamente identica a sé stessa e alla sua vocazione all’indolenza; è anche una città retroflessa, ipnotizzata dal suo mito, succube di sé, di un passato di cui abusa per continuare a presentarsi in società come uno sfondo-museo. SE VIENE PIÙ CHE NATURALE raccontare Roma...