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La radio e i suoi superpoteri, un vaccino antivirus
Ri-mediamo L’emergenza potrebbe segnare una rottura di continuità nei comportamenti e caratterizzare un’ennesima (affascinante) resurrezione della radio. Un consumo così cross-mediale e composito apre ulteriori scenari
Ri-mediamo L’emergenza potrebbe segnare una rottura di continuità nei comportamenti e caratterizzare un’ennesima (affascinante) resurrezione della radio. Un consumo così cross-mediale e composito apre ulteriori scenari
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 22 aprile 2020
Dante Alighieri, morto troppo presto per conoscerla, avrebbe certamente collocato la radio nel suo Paradiso. Tanto è «calda» (McLuhan docet) la capacità del piccolo grande medium di cambiare, di trasformarsi in modo camaleontico in ogni contesto sociale e tecnologico. Doveva soccombere con l’avvento prepotente della televisione e, invece, quest’ultima per sopravvivere ha mutato molti abiti di scena, fino ad assumere le sembianze di un flusso social e spesso abusando delle dirette Facebook. Mentre la radio è sempre lì, basandosi su una sostanza dal valore irripetibile: la voce unita alla fantasia, dove le immagini diventano come le vogliamo. Sogni e non...