Cultura
La residenza come strumento di controllo per immigrati e senza casa
Scaffale In «Appartenenze precarie», pubblicato da Utet, Enrico Gargiulo indaga su come negli ultimi anni intorno all’istituto giuridico della residenza anagrafica si è configurato un campo di tensione che ha incorporato nel dispositivo di monitoraggio e controllo della popolazione la funzione di disciplinamento e di selezione nell’accesso ai diritti sociali
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Scaffale In «Appartenenze precarie», pubblicato da Utet, Enrico Gargiulo indaga su come negli ultimi anni intorno all’istituto giuridico della residenza anagrafica si è configurato un campo di tensione che ha incorporato nel dispositivo di monitoraggio e controllo della popolazione la funzione di disciplinamento e di selezione nell’accesso ai diritti sociali
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 20 gennaio 2021Edizione 20.01.2021
La suprema Corte Costituzionale, in una nota per la stampa del 9 luglio 2020, si è pronunciata sui profili di legittimità costituzionale sollevati da alcuni Tribunali (Milano, Ancona e Salerno) sulla disposizione che preclude l’iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo. Si tratta di dispositivi normativi, introdotti dal primo «Decreto sicurezza» (dl n. 113 del 2018), poi convertito in legge. La Corte, pur non ravvisando contrasti sui requisiti di necessità e di urgenza (art.77 della Costituzione), ha censurato la disposizione (per violazione dell’art. 3 della Costituzione) dichiarandone l’incostituzionalità sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca (non agevola il perseguimento delle finalità...