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La resistenza della società civile non è terrorismo

La resistenza della società civile non è terrorismoUn attivista palestinese, Sami Hurani, durante una protesta

Palestina/Israele Con l'inserimento in black list di sei ong palestinesei, il rischio concreto di è la chiusura degli uffici e gli arresti di dirigenti e militanti delle associazioni, rendendoci impossibile relazionarci con loro. E si crea un precedente inaccettabile: attivisti di sinistra o chiunque sia legato a una di queste organizzazioni potrà essere assimilato a un terrorista

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 27 ottobre 2021
L’ordine firmato dal ministro della Difesa israeliano Benny Gantz che definisce “terroriste” sei organizzazioni palestinesi è un atto grave che suscita legittima indignazione in chi conosce e stima l’azione di queste persone per la difesa dei diritti umani. Questo atto costituisce l’apice di un crescendo di azioni di delegittimazione e intimidazione ed ha l’effetto di limitare o sospendere la loro operatività nei rispettivi campi di azione sociale. Come sempre ne faranno le spese le fasce della popolazione palestinese più vulnerabili, con un danno immediato per l’operatività delle azioni rivolte alla tutela dei contadini privati delle terre, alla quella dei minori...

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