Internazionale
La riconciliazione del papa in moschea
Bangui Bergoglio chiude il suo viaggio africano nell’enclave musulmana assediata dalle milizie cristiane: «Insieme diciamo no all’odio in nome di Dio». Ma il conflitto Seleka-Anti Balaka ha radici politiche
Bergoglio con l'imam Tidiani Moussa Naibi nella moschea di Kodoukou – LaPresse
Bangui Bergoglio chiude il suo viaggio africano nell’enclave musulmana assediata dalle milizie cristiane: «Insieme diciamo no all’odio in nome di Dio». Ma il conflitto Seleka-Anti Balaka ha radici politiche
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 1 dicembre 2015
Il viaggio in Africa di Francesco si è concluso ieri con la visita alla moschea di Koudoukou nel quartiere Pk5 di Bangui, un posto tra i più pericolosi al mondo, un enclave dove trovano rifugio la maggior parte dei musulmani – che a seguito delle violenze scoppiate nel 2013 – non ha lasciato il Paese. In altre parole «una prigione a cielo aperto», come l’ha definito l’imam Tidiani Moussa Naibi, da circa due mesi circondata dalle milizie Anti-Balaka (le milizie a maggioranza cristiana) che bloccano i rifornimenti in entrata e i musulmani in uscita. Dalla moschea di Koudoukou – divenuto...