Visioni

La rivoluzione del cane Hagen è una rapsodia di tromba

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Cinema «White God» di Mundruczo, tra western e gore una Budapest fantasma diviene metafora del presente

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 11 aprile 2015
Lo scorso anno sulla Croisette ha vinto il premio del Certain Regard, e il suo protagonista, il cane Hagen – che a quanto dicono i titoli di coda è interpretato da due cani, Luc e Bondy – la Palma al miglior quattrozampe canino – strappata al meraviglioso Roxy godardiano del capolavoro Adieu au langage. White God, col titolo che rimanda (un anagramma?) al White Dog, «il Cane bianco» fulleriano, dichiara da subito la sua metafora: si parla diesclusione, di marginalità, di classi nell’Europa/mondo attuali. E anzi la dimensione metaforica è talmente forte, e esibita, da rischiare a tratti di appesantire...

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