Politica
La Sardegna dice basta alla vergogna delle basi
In piazza Ieri a Capo Frasca il fronte (sempre più ampio) del «no» alle servitù militari. Insieme a pacifisti, indipendentisti e ambientalisti c’erano quasi tutti i partiti presenti in consiglio regionale. Ma dal 21 settembre a Teulada si ricomincia a sparare
La manifestazione di ieri a Capo Frasca – Mario Rosas/Nuova sardegna
In piazza Ieri a Capo Frasca il fronte (sempre più ampio) del «no» alle servitù militari. Insieme a pacifisti, indipendentisti e ambientalisti c’erano quasi tutti i partiti presenti in consiglio regionale. Ma dal 21 settembre a Teulada si ricomincia a sparare
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 14 settembre 2014
Costantino CossuCAGLIARI
Erano almeno in ottomila, ieri pomeriggio a Capo Frasca, a dire no all’occupazione militare della Sardegna. Sono arrivati, in auto e in pullman, da tutte le parti della regione per chiedere la chiusura delle basi: trentamila ettari complessivi che fanno dell’isola il territorio italiano che sopporta il maggior carico di servitù (il 60% del totale nazionale). Un no forte indirizzato al ministero della Difesa, che, sulla stessa linea di tutti i governi che si sono dagli anni Cinquanta in poi, si rifiuta di accogliere la richiesta di una riduzione dei poligoni (sino a una loro completa chiusura) che dalla Sardegna...