Lavoro

La satira operaia che non piace ai potenti

La satira operaia che non piace ai potenti

No al bavaglio Da Pomigliano alla Rai, lo sberleffo si paga con i licenziamenti. Come diceva Di Ruscio, «se gli dicono di smetterla il proletario canta più forte»

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 16 settembre 2016
«Io sono Mimmo Mignano, uno dei cinque licenziati dalla Fiat» così inizia il racconto di un signore che incontro a Napoli in un teatro a Montecalvario nei Quartieri Spagnoli, quella zona del mondo che agli occhi di Stendhal «è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo». Mi chiedono di fare una fotografia, di firmare una petizione e io gli chiedo di incontrarli, di raccontarmi la loro storia. Accendo la videocamera e registro l’incontro al Nuovo Teatro Nuovo, accanto al palcoscenico dove, tra qualche ora, farò spettacolo. Mimmo mi dice che «ci sono due sentenze contro di noi. Nei tribunali...

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