Il caldodanno e l’insieme di dati odierni è l’ennesimo tentativo di farci smuovere e prendere dal basso delle contromisure.
Anche se non sembriamo minimamente preoccupati, anzi girare a mezze maniche in città e immortalarci con l’albero di Natale alle spalle è stato per qualcuno uno scatto indimenticabile che probabilmente sostituirà il rito invernale del bagno in mare (anche lui ormai un colabrodo in ebollizione), dovremmo fingerci di esserlo.
L’equazione disuguaglianza paesi ricchi e più poveri rappresentò fin dalla prima COP 1995 il problema che tutt’ora ha fatto fallire l’ultima Conferenza delle Parti a Dubai.
Nonostante nella convenzione quadro sui cambiamenti climatici UNFCCC di Rio ‘92 si concordò sul principio di responsabilità comuni ma differenziate tra paesi sviluppati e in via di sviluppo in relazione al riscaldamento globale provocato, il protocollo di Kyoto ‘97 determinò in pratica l’ideologia della
globalizzazione a trazione statunitense (che auspicava un riequilibrio delle iniquità fra aree sviluppate e in via di sviluppo) per cui fino ad oggi le COP sono state un’incrocio fra mediazione politica e nuova libertà economica.
L’emergenza climatica è diventata un’altro modo per creare ricchezza, facendoci credere che lo sfruttamento - ancora - delle risorse naturali situate in Africa e Sud America ci salverà dalla catastrofe.
Suggerisco in tal senso la lettura del libro L’era della giustizia climatica di P.Imperatore ed E.Leonardi
Quindi se dall’alto la politica procede indisturbata ingannandoci, proviamo a imitarli seguendo il suggerimento del fisico Antonello Pasini nell’altro contributo odierno https://ilmanifesto.it/pasini-se-dinverno-manca-la-neve-in-estate-manchera-lacqua