Cultura
La servitù volontaria della crittografia
Codici aperti Una riflessione a partire dalla diffusione delle monete sostitutive. Le criptovalute nate su Internet più che esperienze di libertà esprimono l’adesione al neoliberismo
Tom Molloy, «Swarm» (2006, Mario Mauroner Contemporary Art)
Codici aperti Una riflessione a partire dalla diffusione delle monete sostitutive. Le criptovalute nate su Internet più che esperienze di libertà esprimono l’adesione al neoliberismo
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 3 marzo 2017
Alla base di tutte le criptovalute più note, ivi compresa la rete Bitcoin (bitcoin è la valuta, detta Xbt), c’è la tecnologia crittografica della blockchain. Le criptovalute sono monete digitali «paritarie», cioè sviluppate al di fuori delle Stato e che assegnano valori economici a oggetti, servizi in base a criteri che non coincidono con quelli convenzionali, dominanti. La crittografia è una tecnica tutt’altro che facile da usare e richiede un livello medio-alto di competenza specifica. Questo è un primo grosso ostacolo alla sua diffusione: in quanto forma di sapere-potere specialistica, favorisce lo sviluppo di gerarchie di esperti più o meno...