Europa
La sfida all’Europa di due giovani yazidi
Premio Sakharov Nadia e Lamiya ricevono dalla Ue il premio per la libertà di pensiero. Ma le loro parole e il loro corpo sono una provocazione per un Occidente che si commuove ma chiude le frontiere
Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar in un'illustrazione del fumettista siriano Ali Ferzat – Ali Ferzat
Premio Sakharov Nadia e Lamiya ricevono dalla Ue il premio per la libertà di pensiero. Ma le loro parole e il loro corpo sono una provocazione per un Occidente che si commuove ma chiude le frontiere
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 14 dicembre 2016
Chiara CruciatiSTRASBURGO
Circondate dai seggi blu del parlamento europeo Nadia e Lamiya, avvolte negli abiti tradizionali yazidi, una lunga gonna ricamata e un velo morbido sulle spalle, sembrano ancora più piccole. Lo sguardo è quello che hanno mostrato ai giornalisti per tutta la mattina, mentre raccontavano le indicibili sofferenze a cui sono state sottoposte: uno sguardo avvizzito dal dolore e dal trauma. Ma la voce è ferma e il messaggio che mandano all’Europa anche: le loro parole sono l’opposto dell’ipocrisia occidentale, della burocrazia che avvolge i luoghi della diplomazia internazionale, quella che applaude il loro coraggio ma chiude le frontiere ai rifugiati....