Cultura
La sfuggente moralità degli algoritmi
The Sun Rising through Cloud or Mist, J.M.W. Turner, c.1820–40 © Tate
Le sfide dell'Intelligenza Artificiale Le nuove macchine parlano, ma non sanno cosa dicono, né perché lo fanno. Stabilire il confine tra etica e semantica è sempre più necessario. E più difficile. L’automazione dell’etica, se mai potrà realizzarsi, sarà verosimilmente razionale e deduttiva, cioè assiomatica, perché sul piano etico è ben difficile pensare che le macchine possano imparare qualcosa osservando i comportamenti dell’umanità
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 13 gennaio 2024
L’etica contende alla semantica il primato della problematicità filosofica, ed entrambe le questioni sono nell’occhio di quel ciclone chiamato Intelligenza Artificiale. Le nuove macchine parlano, ma non sanno cosa dicono, né perché lo fanno. Eppure sono prodighe di conoscenza, eppure i loro motti sono pieni di quella mitezza che Norberto Bobbio considerava la massima virtù morale. Questo iato tra effetti e cause nelle menti artificiali è un abisso di mistero che le generazioni future dovranno indagare. Tuttavia, nel dibattito pubblico già aleggia una parola di nuovo conio: “algoretica”. Per l’inventore Paolo Benanti, giunto dalle umili e antiche schiere dei Francescani...