Italia

La sindrome della Jp Morgan e l’assalto alla Costituzione

C’è una tentazione costituente che aleggia sul procedimento di riforme costituzionali. Una tentazione inafferrabile, ma anche ostentata; incuneata nei tecnicismi procedurali, ma talvolta sfoggiata apertis verbis nelle aule parlamentari. La […]

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 28 luglio 2013
C’è una tentazione costituente che aleggia sul procedimento di riforme costituzionali. Una tentazione inafferrabile, ma anche ostentata; incuneata nei tecnicismi procedurali, ma talvolta sfoggiata apertis verbis nelle aule parlamentari. La si ritrova nel discorso sulla fiducia del Presidente del Consiglio che sollecita le forze politiche a «partecipare pienamente al processo costituente». Ma anche nella decisione contenuta nel disegno di legge del Governo di approdare alle riforme sulla base di un procedimento, extra ordinem, in deroga a quanto espressamente previsto dalla Costituzione all’art. 138 Cost. Una tentazione che neppure il Parlamento (almeno fino a oggi) pare in alcun modo intenzionato a...

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