Cultura

La solitudine oscena

La solitudine oscena

Ritratti Addio a Sergio Vacchi. L'artista emiliano è morto a novant'anni, dopo aver attraversato un secolo con il suo erotismo al negativo e le sue visioni cupe e blasfeme sulla Chiesa

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 16 gennaio 2016
Con la morte di Sergio Vacchi, avvenuta ieri notte all’Ospedale di Siena, la pittura viene privata di una delle voci più significative della generazione degli anni Venti. L’artista, infatti, era nato a Castenaso (in provincia di Bologna) il 1° aprile del 1925 e dalla metà degli anni Quaranta, dopo aver lasciato la bolognese Facoltà di Giurisprudenza, s’era votato alla pittura da autodidatta, nonostante una breve frequentazione dello studio dell’artista Garzia Fioresi. Ma a farlo emancipare dall’infatuazione per Van Gogh sarà il trauma avuto dalla pittura di Picasso. E così la sua prima maturazione avviene sul piede post-cubista. Con opere post-cubiste...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi