Politica
La sovversione ministeriale
Patrimonio Il dicastero dei beni e le attività culturali al centro di una rivoluzione politica. Via i soprintendenti dai posti di comando, sì alle dirigenze esterne dei musei d'eccellenza che conquistano autonomia. E la separazione dei compiti di tutela e gestione, anche su questioni delicate come quella del paesaggio
Gli Uffizi di Firenze
Patrimonio Il dicastero dei beni e le attività culturali al centro di una rivoluzione politica. Via i soprintendenti dai posti di comando, sì alle dirigenze esterne dei musei d'eccellenza che conquistano autonomia. E la separazione dei compiti di tutela e gestione, anche su questioni delicate come quella del paesaggio
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 17 luglio 2014
Questa volta non si tratta di piccoli aggiustamenti, «gli italiani sono stanchi di prudenza». Si parte dal diktat della spending review (37 dirigenti in meno, 6 di prima fascia, 31 di seconda) per ridisegnare il ministero dei beni e le attività culturali. Ne aveva bisogno quel dicastero un po’ bulimico e sicuramente poco snello, ma stavolta il Mibact cambia proprio pelle. Una cura, quella a firma di Dario Franceschini, che più che dimagrante, è una specie di doping per far tagliare il traguardo ai cavalli vincenti, col rischio di lasciare al palo gli «altri», la maggioranza. Tra le centinaia realtà...