Politica

«La spesa pubblica non va tagliata». L’ultimo signornò di Fassina

Democrack 1 Critica la legge di stabilità, voci sulle sue dimissioni. Dissapori con il team di Saccomanni e con Franceschini. Epifani: «Ha ragione: scelte poco collegiali»

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 18 ottobre 2013
Stavolta, dopo aver lanciato la granata, il soldato Fassina si è trincerato in un insolito silenzio. Stavolta il viceministro dell’economia, sempre critico con i cedimenti neolib del suo governo ma anche sempre pasdaràn della stabilità (ritorno alle urne? «Deleterio»; governo in forse? «Rischiamo il commissariamento»), stavolta invece sarebbe pronto ad andarsene. Lui, bersaniano ortodosso e generoso, che ha difeso il leader a dispetto dell’evidenza; lui che era così poco ’larghintesista’ che Letta preferì coinvolgerlo a palazzo piuttosto che averlo fuori come spina nel fianco; proprio lui che con Matteo Orfini, ex compagno della giovane scuderia turca, era stato il primo, il...

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